sabato 9 aprile 2011

Per 15 cm di coda in più



Per la ratifica della Convenzione di Strasburgo il ministro alla salute Fazio, per hobby cacciatore, ha ritenuto opportuno diramare una circolare di suggerimenti di natura – secondo lui – tecnica a proposito della amputazione della coda.
In essa si fa riferimento a “cani impegnati in talune attività da lavoro, nonché di natura sportivo-venatoria spesso espletate in zone di fitta vegetazione, che, comportando elevato impegno motorio, espongono l’animale a rischio fratture, ferite o lacerazioni della coda”. Segue la solita baggianata, che, se eseguita in età adulta la caudectomia, sarebbe un intervento più doloroso e invasivo e quindi il taglio preventivo nei cuccioli a pochi giorni di vita viene eseguito nell’interesse del cane stesso.
Mentre l’Enpa (Ente protezione animali), la Lav (lega antivivisezione) e l’Ordine dei Veterinari hanno espresso forti proteste verso il ministro, l’Enci (ente nazionale cinofili italiani) l’ha servilmente recepito. Ma ciò non stupisce in quanto l’Enci è tradizionalmente vicina alle richieste di alcuni club di razze da caccia italiane.
La lobby dei cacciatori aveva minato più volte la strada di ratifica della Convenzione di Strasburgo, riuscendo a ottenerne il rinvio nel 2009 con uno schieramento trasversale, che andava dal PdL a IdV. Nel settembre 2010 riuscì nuovamente a introdursi nei lavori parlamentari, sabotando per la seconda volta la ratifica della Convenzione, grazie all’emendamento di un oscuro senatore leghista l’on. Mazzatorta, tra l’altro sindaco di un paese del bresciano (chi ha orecchi intenda).
Saremmo curiosi di capire cosa stia dietro tale mobilitazione di forze politiche per alcuni centimetri di coda in più o in meno. Siccome non sono pratica di caccia, ho fatto qualche ricerca. Ho pensato che, anche se non si è cacciatori, si può ugualmente fare uso della logica e dell’intelligenza, anzi soprattutto in quanto non si è cacciatori.
E ho trovato..
Un luogo comune è che la coda possa essere di impiccio in certe attività come la caccia al cinghiale dove il cane può ferirsi. Sono andata quindi a vedere le razze più impiegate nella caccia al cinghiale:
http://www.spaziocaccia.it/i-cani-da-cinghiale/16-razze-cani-da-cinghiale.html
- segugio italiano, che ha la coda lunga;
- segugio maremmano (molto simile al primo), che per lo più ha la coda amputata, ma lo standard la ammette anche integra;
- beagle, che ha la coda integra;
- segugio del giura, a coda lunga;
- altri segugi francesi, a coda lunga.
Quindi come la mettiamo? Per la caccia al cinghiale si usano sia cani con la coda lunga, che con la coda tagliata, ma prevalentemente con la coda integra. Come mai allora secondo alcuni bisognerebbe tagliare le code per questo tipo di caccia?
Inoltre, ho visto i raggruppamenti delle razze per ruolo svolto nella caccia:
http://www.ladoppietta.it/cacciacani.html
La gran parte sono cani da ferma:
http://www.ladoppietta.it/cacciacani.html
I cani da ferma anglosassoni sono i setter e i pointer, tutti con la coda;
quelli continentali sono bracchi, grifoni, epagnuel ecc.
Il bracco italiano e il grifone italiano, guarda caso, hanno coda amputata e anche l’epagnuel breton. Il bracco tedesco e molti altri hanno coda tagliata, ma poi vediamo dei bracchi francesi con coda integra, lo Spaniel e il grifone francese a coda lunga. Sono tutti cani da ferma con i medesimi impieghi nella caccia.
In particolare sul setter inglese, forse oggi il più utilizzato, leggiamo: velocissimo, ottimo nella ferma, può cacciare su qualsiasi terreno, molto apprezzato per l’intelligenza, l’iniziativa, la notevole adattabilità. Ha la coda lunga e a nessuno viene in mente di tagliarla.
Sui cani da seguita abbiamo già detto: sono quasi tutte razze a coda lunga.
Forse possiamo fare un’eccezione per i cani da cerca, tra cui eccelle il cocker, molto adatto per le sue piccole dimensioni alla ricerca anche nella fitta boscaglia. Il cocker tradizionalmente è a coda tagliata, peccato che oggi praticamente tutti i cocker siano cani da salotto.
Sicuramente non essendo specializzata in questo settore della cinofilia, avrò scritto magari qualche grossolanità. Ma non credo di essere molto lontana dalla verità, se affermo che la caudectomia preventiva funzionale alle attività sportive-venatorie è una cazzata. Ci dicano che i cacciatori sono delle teste dure, ma sono tanti, fanno voti, soldi e tessere e non si può contrariarli. Ma lasciamo perdere di argomentare in sede tecnica di taglio della coda per il benessere del cane e nell’interesse dell’animale o ci spieghino:
Perché alcune razze hanno la coda lunga e altre corta?
Perché alcune tra le razze più apprezzate, vedi setter, pointer e segugi, hanno la coda lunga e i cacciatori ugualmente le scelgono?
Perché non accade che gli ambulatori veterinari siano invasi da setter con la coda rotta? e anche, ma non vorrei esagerare, perché non si vedono lupi con la coda rotta o anche perché la natura non abbia provveduto di suo a selezionare le code corte naturali nei grandi predatori selvatici, che, felini in testa, hanno code chilometriche?
Ma qui appunto mi fermo. La realtà è che ci sono razze per tradizione a coda lunga o a coda corta e club di razza che ostinatamente difendono l'immagine di razza, che la tradizione gli ha consegnato, molto più di quanto siano preoccupati del benessere dei loro cani. Ciò lo abbiamo visto anche tra i boxeristi e se l'Italia non fosse un paese che vuol far bella figura ratificando la Convenzione di Strasburgo, ma vanificando i suoi effetti con la circolare ad hoc, se non fosse la solita repubblica delle banane dove il divieto di amputazione esce dalla porta, per rientrare dalla finestra, si dovrebbe semplicemente far cambiare musica a questi club (siano cacciatori o no), come è accaduto ai boxeristi vecchia maniera che, pur obtorto collo, hanno dovuto tenersi il boxer con la coda: un cane semplicemente splendido.